Molti di noi ormai conoscono il problema che rappresenta la plastica, non solo per l’ambiente, ma anche per la nostra salute. Il tipo di plastica che produciamo sta rendendo impossibile il corretto smaltimento dei rifiuti, creandone un accumulo senza precedenti, solo uno fra i dati spaventosi che abbiamo a disposizione ci dice che ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono dalle nazioni costiere negli oceani. Equivale a buttare cinque buste di immondizia ogni 30 centimetri di costa in tutto il mondo1.
Nel nostro piccolo dobbiamo cercare di minimizzare l’utilizzo di prodotti plastici realizzati con materiali dannosi, scegliendo bioplastiche o tagliandone completamente il consumo. La scelta di Komeroshi è stata la seconda, cercando di essere il più possibile 100% plastic-free, utilizzando materiali alternativi e scegliendo per i nostri prodotti un packaging responsabile e sostenibile.
Ma di cosa parliamo precisamente quando facciamo riferimento all’imballaggio plastic-free? Vediamolo insieme. Per definizione, gli imballaggi plastic free sono quelli che non contengono materie plastiche al proprio interno.
Una prima via può essere la riduzione al minimo degli imballaggi, anche se esistono casi di prodotti in cui l’eliminazione totale dell’involucro comporterebbe un problema in termini di igiene.
Ovviamente, non tutti i materiali sono adatti a contenere o conservare particolari categorie merceologiche come avrebbe fatto la plastica a cui siamo tanto abituati, da qui l’esigenza di creare qualcosa di nuovo, simile alle materie plastiche per utilizzo ma con un impatto ambientale il più possibile vicino allo zero2.
Carta certificata FSC® – PEFC™
La carta è sicuramente il più comune fra i materiali sostituitivi della plastica negli imballaggi, tuttavia anche la carta inquina se non viene realizzata con un processo sostenibile, rispettando gli standard per l’abbattimento degli alberi. La carta che dobbiamo scegliere quando acquistiamo, deve derivare da materie prime di origine legnosa che provengono solo da foreste certificate, coltivate in modo responsabile e tutelando l’ambiente, i diritti delle popolazioni indigene e le logiche di sostenibilità economica.
Si tratta quindi di una scelta responsabile, nei confronti dell’ambiente che deve essere in seguito comunicata anche ai clienti finali.
Carta riciclata
La carta riciclata è un materiale composto in prevalenza da fibre di recupero (carta da macero), raccolte e riutilizzate come materia prima insieme ad un certo quantitativo di fibre vergini.
La fibra riciclata è la scelta di Komeroshi, una tipologia di carta che si suddivide in base alla sua qualità e provenienza: si va dai rifili in pasta di legno vergine fino alla carta da stampa, agli imballaggi in cartone, ai rifiuti d’ufficio e a mix di carta e cartone. Questo tipo di carta può essere reimpiegata diverse volte per produrre nuovo materiale cartaceo, ovviamente non all’infinito.
Carta ecologica
Un’altra tipologia di carta che troviamo spesso negli imballaggi plastic-free è la carta ecologica, prodotta esclusivamente con materie prime provenienti da fonti sostenibili, lavorate e rifinite senza l’utilizzo di sostanze inquinanti (es. sbiancate senza cloro) sono definite ecologiche3.
Oltre alla carta, esistono altri materiali che spesso vengono utilizzati per realizzare imballaggi a basso impatto ambientale, di diversa forma e composizione, ma tutti di derivazione naturale e sostenibile:
- Polpa di cellulosa, ricavata dalle fibre residue della lavorazione del bamboo e dalla canna da zucchero. Le stoviglie prodotte con la polpa di cellulosa sono adatte a contenere cibi liquidi, resistenti al calore possono essere utilizzate per un breve periodo anche nel forno tradizionale e a microonde;
- Foglia di palma, biodegradabile e compostabile al 100%. Viene utilizzata per la produzione di stoviglie mediante lavaggio e pressatura ad alta temperatura delle foglie di palma che si staccano naturalmente dalle piante durante il loro normale ciclo di rinnovamento. Anch’esse possono essere utilizzate per un breve periodo in forno tradizionale o microonde senza alterare il sapore dei cibi;
- PLA, un materiale completamente naturale derivato dal mais che assicura la totale biodegradabilità e compostabilità. Non altera i sapori e resiste al calore fino a 40°;
- Polipropilene – anche questo materiale può essere considerato sostenibile, perché insieme al PET è la plastica che meglio si presta al riciclo. Resiste agli sbalzi termici e si utilizza per alimenti che devono essere congelati, oppure riscaldati sopra i 40°C. Si può utilizzare sia in forno microonde che tradizionale;
- PET (polietilene teraftalato) – anche questa plastica è al 100% riciclabile, con una trasparenza che mette in risalto il contenuto.
In conclusione, ora che conosciamo le alternative, siamo in grado di scegliere prodotti più responsabili, controllandone l’imballaggio o, addirittura, chiedendo esplicitamente che vengano utilizzati materiali plastic-free.
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