L’emergenza climatica è ormai davanti agli occhi di tutti: l’aumento della temperatura, l’incalcolabile quantità di sostanze nocive che emettiamo, gli oceani colmi di plastica. Tutte conseguenze gravissime che non possiamo più contenere. Per questo motivo molti Paesi nel mondo si stanno muovendo per attivare politiche ambientali, aumentando la sensibilità globale sull’argomento ed iniziando un lento passaggio verso un approccio più sostenibile, per riuscire a vivere in simbiosi con lo spazio che ci circonda.
Vediamo quindi in che direzione stiamo andando, non solo in Italia e in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Australia.
Australia
Questo Paese sta soffrendo particolarmente gli effetti del cambiamento climatico. Molti dei devastanti incendi che hanno interessato la nazione sono dovuti all’aumento delle temperature nei periodi estivi, sofferti soprattutto nelle aree più calde dell’Australia.
È per questo che si stanno attivando politiche ambientali in diverse aree del Paese. In particolare la città di Sydney, una delle più importanti sul piano economico, ha mobilitato un’enorme quantità di capitale per transitare verso l’energia rinnovabile. La città ha raggiunto il traguardo a cui ogni città dovrebbe aspirare: vive utilizzando il 100% di elettricità rinnovabile generata da parchi eolici e solari. Ogni elemento e attività della metropoli che richieda l’uso di elettricità, compresi lampioni, piscine, campi sportivi, depositi, edifici e lo storico municipio, sono ora alimentati con energia rinnovabile al 100% di provenienza locale.
Grazie a questo importante traguardo si stima che nei prossimi 10 anni Sidney registrerà annualmente un risparmio economico fino a mezzo milione di dollari e una riduzione delle emissioni di carbonio di circa 20.000 tonnellate, corrispondenti alla potenza utilizzata da 6.000 famiglie.
A fornire energia pulita sono tre diversi generatori installati in vari punti della città, in questo modo circa tre quarti dell’energia pulita verrà prodotta sfruttando l’azione del vento, mentre la parte rimanente sarà di derivazione solare.
Stati Uniti d’America
Negli ultimi anni gli Stati Uniti non hanno adottato particolari politiche ambientali, anzi sono stati aumentati gli incentivi per la produzione del carbone, portando le emissioni di anidride ad aumentare del 3,4% nel 20181. Se fino ad oggi gli investimenti sui combustibili fossili sono stati incentivati per raggiungere il così detto predominio energetico, dal prossimo anno Joe Biden ha in mente di raggiungere lo stesso obiettivo tramite energie rinnovabili, rientrando nell’accordo di Parigi ed azzerando le emissioni di gas serra entro il 2050.
Cosa cambierà con Joe Biden?
- Investimenti sull’energia eolica offshore. Gli impianti eolici principali si trovano in Florida e in Virginia, a cui l’amministrazione Biden ha intenzione di dare supporto, contrariamente a quanto era stato fatto con Trump, che ne aveva ritardato i processi autorizzativi;
- Limitazioni per petrolio e gas. L’intenzione principale è quella di interrompere la vendita di nuovi contratti per lo sviluppo di risorse petrolifere e di gasdotti sulle terre e sulle acque pubbliche;
- Maggiori difficoltà per progetti infrastrutturali. Il trasporto e la produzione di petrolio e gas saranno sottoposti a processi di autorizzazione più complicati ed attenti agli impatti ambientali;
- Più veicoli elettrici. Verranno incentivate le produzioni di veicoli elettrici, creando investimenti per la mobilità sostenibile.
Europa
Vediamo ora cosa si sta facendo nel nostro continente, analizzando le politiche che ci riguardano da più vicino. L’Europa è uno dei continenti che sta facendo meglio dal punto di vista ambientale, gli incentivi mobilitati negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi mesi, sta rendendo possibile un passaggio concreto ad un’economia più “circolare”, favorendo lo sviluppo di politiche sostenibili nel rispetto dell’ambiente.
In particolare la Commissione Europea sta portando avanti il così detto Green Deal europeo, cioè una serie di misure per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita dei cittadini. Concretamente, il Green Deal europeo consisterà in una serie di misure di diversa natura, fra cui soprattutto nuove leggi e investimenti, che saranno realizzate nei prossimi trentanni. Al momento la Commissione ha pianificato i primi due anni, i più importanti per mettere a punto una struttura che sia in grado di reggere un progetto così ambizioso.
Fra i diversi obiettivi del progetto il primo e più importante sarà quello di rendere più pulita la produzione di energia elettrica, che al momento è responsabile del 75% dell’emissione dei gas serra all’interno dell’Unione Europea. Potenziando così la diffusione delle energie rinnovabili e al contempo smettere di incentivare l’uso di combustibili fossili. Un altro obiettivo importante sarà rendere più sostenibili tutta una serie di attività umane che al momento consumano una grande quantità di energia, o che producono una quota eccessiva di inquinamento: introdurre nuove regole per costruire o ristrutturare case e industrie in giro per l’Europa, rendere meno inquinanti i processi produttivi, potenziare i trasporti pubblici e su rotaia, promuovere la biodiversità2.
Italia
E in Italia cosa stiamo facendo per ridurre l’impatto ambientale? Anche qui sono molte le politiche che sono in fase di pianificazione, o che sono già state messe in atto.
Il piano economico messo a punto nell’estate 2020, per la ripresa del Paese durante la Fase 2, dopo le gravi condizioni dovute alla pandemia da COVID-19, ha puntato in particolare su impianti solari ed eolici, fonti di energia che nel 2019 hanno occupato rispettivamente il 55% ed il 34% di tutte le rinnovabili3 e di cui è previsto un incremento del 30% in questi mesi. Gli investimenti sulle fonti di energia fossili invece, verranno ridotti del 25%.
La chiave di questa scelta “green” consiste nell’inesauribilità e nell’indipendenza energetica. Se in alcuni casi la produzione di combustibili fossili si rivela più economica, rimane comunque un dato incerto nel lungo periodo ed il costo di importazione non potrà che aumentare nei prossimi anni. Le fonti rinnovabili invece assicurano un approvvigionamento inesauribile di energia e permettono la riduzione dei costi nel lungo periodo, gli impianti di produzione energetica saranno infatti realizzati all’interno dei confini nazionali, eliminando così i costi d’importazione.
Esempi pratici di questa linea di interventi li abbiamo già potuti vedere con il super ecobonus 110% per alleggerire i costi di restauro, di adeguamento energetico e sismico dei proprietari di abitazioni; ma anche con il Bonus Mobilità per favorire l’utilizzo di mezzi di trasporto sostenibili: sono già più di 100 mila i cittadini che hanno ottenuto il rimborso4.
L’Italia è ormai affermata come tassello fondamentale per il piano di investimenti green nell’area del Mediterraneo, indicata proprio dall’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia come il miglior traino per favorire un’accelerazione della transizione energetica sostenibile.
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